sabato 10 settembre 2011

INTERVISTA A FEDERICO TONIONI, DOTTORE CHE CURA LA DIPENDENZA DA INTERNET

Federico Tonioni è uno psichiatra e responsabile del primo ambulatorio ospedaliero che cura la dipendenza da Internet

Negli Stati Uniti e in Cina le dipendenze da Internet (Internet addiction disorder) sono curate in cliniche specifiche , da anni. In Italia il fenomeno sembrava sottovalutato. Poi è arrivato il suo ambulatorio.
“E ‘ il primo ambulatorio ospedaliero , all’interno di una struttura pubblica , dove si paga solo il ticket. Anni fa erano nate delle strutture private con scarso successo. Lo abbiamo inaugurato il 2 novembre, ma è nato dopo due anni di lunghe riflessioni nella mia testa
E’ da molto che si occupa di queste tematiche?
“Da sempre mi occupo di tossicodipendenze, soprattutto relative alle nuove droghe e al nuovo modo di drogarsi. In quindici anni di lavoro ho capito quanto le due cose fossero correlate , così ho pensato di aprire uno spazio dedicato alle dipendenze da internet”
Da quale intuizione è partito?
“Intanto ho distinto tra dipendenze sane e dipendenze patologiche. E’ più dipendente quel fumatore che non riesce ad andare a letto senza il pacchetto sul comodino , e magari fuma solo 5 sigarette al giorno , rispetto a uno che ne fuma 15 ma non ha questo problema. Più che la quantità è l’investimento mentale che si fa sull’oggetto della dipendenza. Il problema non è legato alle nuove sostanze che si assumono (ketamina, ecstasy..) o al fatto che si usi il web. Siamo di fronte a un nuovo modo di drogarsi , strettamente connesso agli Internet disorder
Nuovo modo di drogarsi?
“Sì , il poliabuso. Si prende tutto insieme nel tentativo di bilanciare gli effetti collaterali. Il tutto in una corsa forsennata a collassare in breve tempo. Tutto perché vogliamo perdere il controllo: viviamo , infatti, in una società ipercontrollata. Satelliti, Google, telecamere, intercettazioni..”

E Internet?
“In questo caso non è lo strumento il problema, ma l’uso. Internet è una opportunità essenziale per l’evoluzione del pensiero umano. Però le relazioni telematiche per loro natura favoriscono la possibilità di controllare gli altri , di essere in più posti contemporaneamente , di non avere una percezione reale del tempo : ci si dissocia dalla realtà. E in una persona con tratti morbosi il gioco è presto fatto”
Il web fa solo emergere qualcosa di latente?
“Non è Internet che li ha fatti ammalare. Sono tutti pazienti con delle personalità schizoidi, che tendono all’isolamento. Hanno difficoltà nella comunicazione non verbale, non reggono un rossore. Hanno difficoltà a guardarti negli occhi. Con Internet hai delle sensazioni ma non ti puoi emozionare e puoi nascondere il linguaggio del corpo attraverso uno schermo. Si arrossisce perché non si ha il controllo dell’altro. Il rossore ci mette a nudo”
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Nella rete invece siamo noi a controllare..
“Certo. Queste persone tendono a rifugiarsi nel web, dove per definizione tutti i rapporti sono facilmente controllabili. Tuttavia perdono le loro emozioni : le cose che li rendono umani”

Quando diventa patologia?
“Come per le sigarette non conta la quantità. Il problema nasce quando la persona dopo essersi disconnessa nella sua mente continua a pensare a quello che succede nella rete. In un gioco di ruolo , su un social network.”
Che tipo di pazienti avete in cura?
“Abbiamo visto tanti giovani , ma è una patologia trasversale. Per questo tipo di colloqui mi sono contornato di specializzandi molti giovani che lavorano su Internet , studiano i Social Network. Vengono da noi soprattutto i maschi : ma siamo ancora agli inizi e quindi non posso fare delle stime precise. Comunque abbiamo parecchie richieste”
Che difficoltà si incontrano?
“E’ molto difficile incontrarli dal vivo. Sono tutte persone con problemi pregressi e Internet spesso diventa una soluzione alternativa alla droga. Non si drogano , ma stanno 15 ore davanti al Computer. Continuano a lavorare su quella cosa. Si chiudono. E progressivamente tendono a creare un mondo autistico. Intimo e privato. Dove esiste solo la loro immagine ideale. Così però si allontanano dal loro vero essere”
Quali sono le cure?
“Negli Usa i pazienti sono obbligati a curare una gallina: un animale ipercinetico. Diverso dal computer che è immobile. In Cina sono picchiati , ci sono stati anche due morti. In Olanda li portano a passeggiare nella natura”
E voi?
“Prima facciamo un colloquio per vedere se c’è una patologia pregressa: depressione, schizofrenia. In quel caso non possiamo togliergli9 Internet. Per loro è una medicina temporanea. Poi li curiamo inserendoli

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