Il problema della dipendenza da internet è così reale che al Policlinico “Agostino Gemelli” di Roma è nato a novembre 2009 un centro per la disintossicazione dal web e per la cura di tutti i disturbi relativi all’ “Internet Addiction Disorder”. L’obiettivo dell’ambulatorio, diretto dal dott. Federico Tonioni, è quello di contenere il malessere da astinenza dalla rete e offrire assistenza psicologica. Il protocollo di intervento è strutturato in tre passi: un colloquio iniziale per diagnosticare l’effettiva presenza di una dipendenza; incontri successivi per individuare la psicopatologia del paziente, con eventuale ricorso ad una terapia farmacologica; l’inserimento progressivo in gruppi di riabilitazione per stimolare il paziente a riattivare corretti rapporti interpersonali reali.
Abbiamo rivolto alcune domande al dott. Federico Tonioni.
Da novembre ad oggi, quanti sono stati i casi di persone che si sono rivolte al centro per disintossicarsi da Internet?
Il numero degli accessi dei pazienti nel nostro ambulatorio ha avuto un picco a ridosso della sua apertura e si va progressivamente stabilizzando. Si sono delineati, come era nelle nostre aspettative, due livelli di intervento distinti, che hanno circoscritto due sottogruppi di pazienti con motivazioni e modalità di approccio sostanzialmente differenti. Il primo livello di intervento riguarda un gruppo di pazienti consapevoli di avere sviluppato un rapporto patologico con il web, molto variegato nella sua composizione per età (da 25 a 40 anni) e per sottogruppo di dipendenza (soprattutto sexual addiction, gioco d’azzardo e giochi di ruolo). La consapevolezza di aver sviluppato un disagio agevola in questo caso la relazione terapeutica e l’adesione alla terapia.
Un secondo livello, numericamente molto più ampio, riguarda un gruppo di giovani adolescenti (da 13 a 20 anni) accompagnati nella maggior parte dei casi dai loro genitori, fortemente preoccupati per una diminuzione netta della “performance” scolastica e della vita di relazione al di fuori dal web. Si tratta di ragazzi intelligenti e razionalmente più maturi di altri, tendenti all’isolamento e con evidenti alterazioni nell’ambito dell’emotività. Sono tutti dipendenti dai giochi di ruolo e non sono di facile accesso o perché inconsapevoli della propria situazione o perché oppositivi e diffidenti nei confronti di genitori e adulti dai quali non si sentono capiti e con i quali non hanno molto interesse a comunicare. Queste caratteristiche comportamentali tipiche dell’adolescenza sembrano in questi casi più radicate, innescando una profonda angoscia tra i genitori che non riescono a entrare in contatto con loro. Forse è questo il dato più evidente stimolante per ulteriori riflessioni: un livello di incomunicabilità tra generazioni diverse che appare già stabilmente strutturato e che potrebbe etizzarsi in nuove patologie o rappresentare una sorta di evoluzione del pensiero al di là delle categorie del “sano” o del “patologico”.
In media, a quale fascia d’età appartengono i pazienti dell’ambulatorio?
Circa il 90% sono adolescenti in età scolare (13-20 anni) di sesso maschile con una dipendenza patologica dai giochi di ruolo “web mediati”, l’altro 10% comprende i rimanenti casi sopradescritti. Tante sono state le domande telefoniche a cui abbiamo risposto, provenienti da genitori molto angosciati e impotenti di fronte alla tendenza progressivamente crescente dei propri figli a trascorrere davanti al computer tutto il tempo possibile. Forse avrebbero bisogno di aiuto anche loro.
Quanto dura il percorso di recupero dalla dipendenza?
Non esiste una durata standard nel percorso riabilitativo degli internet addiction. La risoluzione in certi casi può essere rapida perché è l’adolescente stesso ad essere in trasformazione e quindi presenta un terreno particolarmente fertile per cambiamenti anche rapidi. Se però sottostante alla dipendenza c’è una struttura mentale deficitaria con tratti psicopatologici pre-esistenti all’uso di internet inevitabilmente i tempi si allungano.
Quali sono le regole da seguire per evitare una recidiva?
Non ci sono regole comportamentali da seguire per non ricadere. La ricaduta a volte è inevitabile e non è una tragedia. Anzi se è il paziente ad accorgersene e a tornare spontaneamente indica un’evoluzione. Chi si occupa di dipendenze patologiche è abituato a lavorare tra le ricadute cogliendone il valore processuale. Una volta modificata la struttura sottostante non si ricade più. Per fare questo ci vogliono tempi che variano da caso a caso.
Per chi volesse entrare in contatto con l’ambulatorio del dott. Tonioni, è possibile prenotare un appuntamento al numero 0630154332-4122. L’ambulatorio è aperto dal lunedì al venerdì dalle 0re 9.30 alle ore 13.30.
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