"Avere una vocazione, dice Jung, nel suo significato originario vuol dire essere guidati da una voce. (…) La voce interiore è la voce di una vita più piena, di una coscienza ulteriore più ampia. Nella voce interiore, l’infimo e il sommo, l’eccelso e l’abietto, verità e menzogna spesso si mescolano imperscrutabilmente, aprendo in noi un abisso di confusione, di smarrimento e di disperazione. (…) L’uomo che, tradendo la propria legge, non sviluppa la personalità, si è lasciato sfuggire il senso della propria vita. Fortunatamente la natura, benevola e indulgente, alla maggior parte degli uomini non ha mai messo in bocca la fatale domanda sul senso della loro vita.
E quando nessuno domanda, non occorre che qualcuno risponda"
Hilmann nel "Codice dell’anima" parla della ghianda:
"La teoria della ghianda dice che io e voi e chiunque altro siamo venuti al mondo con un’immagine che ci definisce. E questa forma, questa idea, questa immagine non tollerano eccessive divagazioni. La teoria della ghianda sostiene che ciascuna persona sia portatrice di un’unicità che chiede di essere vissuta e che è già presente prima di potere essere vissuta. Noi nasciamo con un carattere; che è dato; che è un dono, come nelle fiabe dalle fate madrine al momento della nascita".
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