Nel vasto panorama della cura del disagio psichico, il gruppo delle psicoterapie umanistiche è quello che maggiormente rispecchia i valori fondamentali del “rinascimento delle coscienze” della Nuova Era. Il rispetto dei tempi evolutivi propri a ciascun individuo, la ricerca delle potenzialità insite in ognuno di noi e l’interconnessione dei livelli, psichico, corporeo e spirituale, sono solo alcuni dei valori che costituiscono i pilastri di un buon rapporto psicoterapeutico di stampo umanista.
Uno di questi approcci, nato negli anni ‘50 in America ad opera di Eric Berne, è l’Analisi Transazionale che, in primo luogo, costituisce una filosofia, una concezione dell’uomo. In secondo luogo, è una teoria dello sviluppo della persona e dei suoi comportamenti. Infine è un sistema in espansione di tecniche interconnesse finalizzate ad aiutare le persone e i gruppi a districarsi nel complesso mondo interiore ed interpersonale.
In Analisi Transazionale, il cui nome deriva dall’attenzione che questa disciplina accorda alle transazioni quali comunicazioni tra le persone, il presupposto filosofico-teorico di base è che tutti sono OK. Ognuno di noi, ha un nucleo di fondo che è degno di essere amato, per cui tutti meritiamo carezze positive per il semplice fatto che siamo al mondo. Per carezze s’intendono tutti i riconoscimenti, positivi e negativi: da un semplice saluto ad un apprezzamento ad una critica. Benchè tutti abbiamo fame di carezze, molti di noi non imparano metodi efficaci per ottenerle. Ciascuno sviluppa inoltre un suo stile personale di dare e ricevere carezze; le persone che fondamentalmente si sentono Ok con se stesse e con gli altri tendono ad andare in cerca di scambi di carezze positive. Le persone che si sentono non-Ok con se stesse e con gli altri tendono a ricercare carezze negative, che usano per conservare o aumentare la loro sensazione di essere non-Ok.
Oltre alla fame di carezze, tutti noi abbiamo bisogno di strutturare il tempo e questo bisogno è chiamato fame di struttura. I modi particolari in cui una persona struttura il suo tempo dipendono dal genere di carezze che cerca di dare e di ricevere e dai modelli di comportamento che ha appreso nella famiglia d’ origine. Si passa dall’isolamento vero e proprio ai rituali (Ciao, come stai?) quali scambi di carezze prevedibili in cui le persone si comportano le une verso le altre in modo fisso. Dai passatempi (il Calcio, il Tempo, il Guardaroba ecc) il cui scopo è quello di scambiarsi opinioni e sentimenti su argomenti relativamente innocui e poco coinvolgenti, ai veri e propri giochi psicologici attraverso i quali chi ne prende parte recita dei ruoli definiti per scambiare con gli altri carezze più intense (ad es. i battibecchi ripetitivi di una coppia). Infine l’intimità è, fra tutti i modi di strutturare il tempo, quello più vantaggioso e più rischioso perché comporta la condivisione di sentimenti, pensieri o esperienze, in una relazione aperta, onesta e fiduciosa dove avviene uno scambio spontaneo di carezze nel qui-ed-ora, senza motivazioni ulteriori.
In Analisi Transazionale, il cui nome deriva dall’attenzione che questa disciplina accorda alle transazioni quali comunicazioni tra le persone, il presupposto filosofico-teorico di base è che tutti sono OK. Ognuno di noi, ha un nucleo di fondo che è degno di essere amato, per cui tutti meritiamo carezze positive per il semplice fatto che siamo al mondo. Per carezze s’intendono tutti i riconoscimenti, positivi e negativi: da un semplice saluto ad un apprezzamento ad una critica. Benchè tutti abbiamo fame di carezze, molti di noi non imparano metodi efficaci per ottenerle. Ciascuno sviluppa inoltre un suo stile personale di dare e ricevere carezze; le persone che fondamentalmente si sentono Ok con se stesse e con gli altri tendono ad andare in cerca di scambi di carezze positive. Le persone che si sentono non-Ok con se stesse e con gli altri tendono a ricercare carezze negative, che usano per conservare o aumentare la loro sensazione di essere non-Ok.
Oltre alla fame di carezze, tutti noi abbiamo bisogno di strutturare il tempo e questo bisogno è chiamato fame di struttura. I modi particolari in cui una persona struttura il suo tempo dipendono dal genere di carezze che cerca di dare e di ricevere e dai modelli di comportamento che ha appreso nella famiglia d’ origine. Si passa dall’isolamento vero e proprio ai rituali (Ciao, come stai?) quali scambi di carezze prevedibili in cui le persone si comportano le une verso le altre in modo fisso. Dai passatempi (il Calcio, il Tempo, il Guardaroba ecc) il cui scopo è quello di scambiarsi opinioni e sentimenti su argomenti relativamente innocui e poco coinvolgenti, ai veri e propri giochi psicologici attraverso i quali chi ne prende parte recita dei ruoli definiti per scambiare con gli altri carezze più intense (ad es. i battibecchi ripetitivi di una coppia). Infine l’intimità è, fra tutti i modi di strutturare il tempo, quello più vantaggioso e più rischioso perché comporta la condivisione di sentimenti, pensieri o esperienze, in una relazione aperta, onesta e fiduciosa dove avviene uno scambio spontaneo di carezze nel qui-ed-ora, senza motivazioni ulteriori.
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